Con scatti di Michael Ackerman, Morten Andersen, del napoletano Luca Anzani, di Martin Bogren, di Lorenzo Castore, della stessa gallerista e fotografa Cristina Ferraiuolo, di Adam Grossman Cohen, di Richard Paks, apre a Napoli la Spot Home Gallery come “ripartenza di una nuova avventura e allo stesso tempo come un dolce ritorno a casa” – racconta nel comunicato Cristina Ferraiuolo.
La mostra si intitola Andamento lento, e Cristina Ferraiuolo porta alla fruizione del pubblico appassionato di fotografia, al primo piano di via Toledo, 66, le immagini di un gruppo di otto amici fotografi, che hanno fatto parte della sua vita professionale e affettiva.
Cristina è figlia d’arte, e la nuova galleria nasce proprio di fronte al vecchio negozio Spot 2, dedicato alla fotografia fin dagli anni ’70 e gestito dalla sua famiglia per una trentina di anni. La Galleria dalla cui finestre si vede la vecchia sede del negozio, è l’appartamento di Cristina, con la sua prima camera oscura, ricco di ricordi e ora arricchito dalle foto sulle pareti, spunti diversi, ispirazioni, sperimentazione.
L’opening della mostra in febbraio, per quattro giorni consecutivi ha lasciato il posto ad un ingresso scaglionato secondo le nuove regole anti-covid, e si potrà accedere sempre, su appuntamento fino al 30 giugno 2021. Basterà scrivere all’indirizzo info@spothomegallery.com [sito www.spothomegallery.com]. I visitatori saranno accolti in un’atmosfera familiare, dove si potranno condividere idee e visioni con artisti, collezionisti, appassionati e curiosi.
Andamento lento, è come un’onda che rimanda alla fluidità dello spazio, e alle scelte espositive. E’ il tempo di una fotografia che scaturisce dai pensieri, dai sentimenti, dai sogni. Ed è soprattutto, storia di amicizia prima ancora che di fotografia, dove in una ‘famiglia’ di fotografi i legami affettivi si intrecciano a corrispondenze artistiche, a un modo di immergersi nel mondo con occhi e cuore aperti. Lavori realizzati nell’arco di oltre vent’anni da sguardi di fotografi napoletani che trovano eco nella sensibilità di altri sguardi provenienti da mondi geograficamente lontani. Tutti evocano la dimensione emotiva e a tratti onirica di una città che non si rivela mai fino in fondo.
Napoli, con il suo caos, luogo ideale ove perdersi per poi ritrovarsi.
Articolo e foto di Mina Grasso