La città con gli occhi. Roma

Il viaggio è scoperta di nuovi mondi, è introspezione e analisi dentro se stessi, come accade quando si attraversano i sogni e se ne ripercorrono le immagini.

Nel volume “Le città Invisibili” di Italo Calvino, nel dialogo immaginario tra Marco Polo e il Gran Khan, re dei Tartari: «Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra».

In questa fase di pandemia alcuni studi hanno analizzato gli effetti della diffusione del virus e dei lock down sulle grandi città e nello specifico, sulle città d’arte: Venezia, Roma, Napoli, Firenze. Il city break, la voglia di staccare dalla vita di tutti i giorni e di viaggiare per un week end visitando una città d’arte sembra essersi bruscamente arrestato. La realtà è che questa fase sarà transitoria e questo tipo di turismo, rimasto in sospeso, è solo in attesa di una ripresa, con nuove regole, nuovi tempi e nuove modalità.

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foto @mina grasso

Il 2020 ha registrato nelle grandi città una flessione dei turisti rispetto al 2019 a poco più di un quarto.

La categoria delle grandi città, composta secondo l’Istat da 12 comuni con più di 250 mila abitanti, nel 2019 aveva registrato circa un quinto delle presenze dell’intero territorio nazionale, mentre in fase mcovid registra una flessione delle presenze nei primi 9 mesi del 2020 pari al -73,2% e un andamento peggiore rispetto alla media nazionale (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019).

Abbiamo voluto fare un salto nella capitale, che continua la sua vita e le sue attività quotidiane, come possibile, e che mentre scriviamo si colloca nella condizione di zona arancione. E là,  abbiamo ritrovato la bellezza e l’energia di sempre. La forza di una vera capitale. Un fermento assopito, ma pronto a ripartire.

Abbiamo impugnato la macchina fotografica e fatto qualche scatto fugace per le vie, assaporandone la solitudine, ma anche la presenza umana silenziosa.

Perché le città si sottraggono agli sguardi tranne che se le cogli di sorpresa. Perchè gli occhi riportano alla memoria e cristallizzano la bellezza.

Perché come scrive ancora Calvino:

«presto la città sbiadisce ai tuoi occhi, si cancellano i rosoni, le statue sulle mensole, le cupole. I tuoi passi rincorrono ciò che non si trova fuori dagli occhi ma dentro, sepolto e cancellato: se tra due portici uno continua a sembrare più gaio e’ perché è quello in cui passava trent’anni fa una ragazza dalle larghe maniche ricamate, oppure è solo perchè riceve la luce a una certa ora come quel portico, che non ricordi più dov’era»

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