Rione Terra chiuso, in attesa del domani. Il percorso archeologico è insicuro. Colpa del bradisismo o forse c’è altro. Nei giorni scorsi il Sovrintendente all’Archeologia per l’area metropolitana di Napoli, Nuzzo ha scritto chiaro e tondo all’ente che l’accordo del 2004 è superato e va decisa «una nuova procedura comprendendo le nuove aree di ultimazione».
Bisogna di nuovo mettere d’accordo tutti e va perfezionata una «intesa anche con la Diocesi», scrive Nuzzo. Intanto il contratto di Coop Culture per il percorso archeologico sta per scadere. Ad oggi, nel periodo in cui il Comune non ha aperto l’area, la cooperativa non ha chiaramente dato all’ente soldi per i biglietti come da contratto (visto che non se ne facevano), ma ha avuto dall’ente il dovuto (circa 14mila euro) per la guardiania e per il suo compito, che non ha potuto assolvere perché proprio il sito non era fruibile. Tutto questo per evitare contenziosi che potevano essere anche più onerosi per il Comune. Ma adesso che il contratto sta per scadere che cosa accadrà? Due sono le possibilità: prolungare a Coop Culture di altri due mesi, almeno per la guardiania visto che non c’è nessun percorso da visitare o chiudere tutto. «Il nuovo bando lo faremo dopo l’accordo con il Ministero», dice il sindaco, Gigi Manzoni.
Questo significa proroga a chi già c’è, anche oltre fine febbraio, data di scadenza del contratto a Coop Culture.
D’altro lato c’è il futuro da costruire, almeno per ciò che è già terminato. Il Comune non sceglie la strada del gestore unico, quella della precedente amministrazione (anche se c’è chi siede nei banchi della maggioranza e, a suo tempo, aveva pure votato quella soluzione), ma tutt’altro.
«Suddividiamo la parte economica da quella culturale, faremo un bando unico per l’albergo diffuso (88 camere, 190 posti), un bando per i laboratori artigianali, con una gestione da galleria commerciale e due bandi distinti per i due bar e uno per il ristorante – dice Giacomo Bandiera, assessore all’Urbanistica – per quanto riguarda invece tutto ciò che è patrimonio culturale l’idea è quella di una Fondazione di partecipazione, con tutti gli enti istituzionali (Curia, Comune, Regione). L’ente locale metterà a disposizione Palazzo Frangipane, Palazzo Migliaresi la Chiesa di San Liborio; la Sovrintendenza chiaramente ha il suo ruolo nel percorso archeologico; la Diocesi nel suo museo e una piccola parte del percorso archeologico. Parte degli introiti delle concessioni date dai privati al Comune possono essere investiti nella Fondazione, perché è l’intera società che deve partecipare anche al suo bene prezioso. Entro l’estate porterò la delibera di indirizzo in Consiglio Comunale».
Stando alle attuali dichiarazioni da qui a fine anno (tempi delle gare e via dicendo) tutto potrebbe essere stabilito e concesso per ciò che è stato ristrutturato, sperando che il percorso archeologico riapra prima, per evitare che il Rione Terra si trasformi nel fantasma di se stesso.