Il centro storico di Pozzuoli può sembrare a prima vista una realtà fittamente urbanizzata il cui traffico raggiunge picchi di frenesia in concomitanza con l’arrivo dei traghetti eppure se si passeggia fra le vie e le piazze della città flegrea l’osservatore attento noterà che fra indaffarati esseri umani e altrettanto indaffarati piccioni si possono notare non poche specie di uccelli migratori e non che scelgono di vivere in questo angolo di mondo.
Ultimamente non pochi puteolani registrano meravigliati la presenza di alcuni aironi nel porticciolo della Darsena e in effetti il bradisismo ascendente ha ormai trasformato lo specchio d’acqua in uno stagno salmastro che guarda caso è l’habitat perfetto della Garzetta (Egretta garzetta) uno degli aironi più belli della fauna italiana, dal piumaggio candido e con zampe e becco scuri. Le garzette sono grandi pescatrici e il basso livello dell’acqua permette loro di addentrarsi fra le barche della darsena per cercare cefali e altra minutaglia. La Garzetta frequenta questi luoghi tutto l’anno però soprattutto d’inverno se si guarda con attenzione fra il limo della darsena o gli scogli della passeggiata a piedi del Rione Terra (“Arete blocc”) può capitare di vedere un altro uccello più piccolo della garzetta ma vagamente simile nella forma generale ad un airone, anche se è imparentato di più con le beccacce: si tratta del Piro Piro piccolo (Actitis hypoleucos) un altro uccello che si nutre si piccoli organismi acquatici che caccia un po’ ovunque, sia in acqua salata che in quella dolce. Il Piro Piro piccolo è uno dei più piccoli uccelli trampolieri della fauna italiana, tali uccelli sono chiamati così perché le lunghe zampe che usano per solcare gli specchi d’acqua poco profondi sembrano in effetti dei veri e propri trampoli. Il Piro Piro piccolo non è un uccello migratore in senso stretto, passa tutto l’anno in Italia e se in primavera frequenta le paludi per nidificare il resto dell’anno lo si trova ovunque ci sia acqua dove può alimentarsi, è curioso vedere come cammina perché spesso oscilla la coda con uno strano movimento ondulatorio. Nel Centro Storico di Pozzuoli il Piro Piro Piccolo si può avvistare oltre che alla Darsena e Aret e Blocc anche e soprattutto presso il Tempio di Serapide, l’acqua termale che affiora fra le rovine crea le condizioni ideali per questo piccolo opportunista. Il tempio di Serapide in inverno è un luogo ideale per osservare gli uccelli migratori di breve raggio che raggiungono il litorale per passare l’inverno: Ballerine Bianche (Motacilla alba), Luì Piccoli (Phylloscopus collybita), Codirossi (Phoenicurus ochruros) e Pettirossi (Erithacus rubecula) andranno a frequentare i prati che circondano le rovine per nutrirsi. Le ballerine bianche in inverno talvolta arrivano in grandi numeri e se di giorno ogni individuo va per conto suo a procacciarsi il cibo di sera si ricongiungono per dormire assieme in qualche punto preciso detto dormitorio, gli alberi nei pressi del Monumento ai Caduti appena fuori Porta Napoli svolgono da qualche anno questo compito e talvolta lo stormo può essere anche molto chiassoso. Anche il litorale di Via Napoli è un buon luogo per osservare le Ballerine Bianche di cui è caratteristico l’incedere e la colorazione bianca e nera e gli esperti possono indovinare la regione di provenienza del singolo individuo in base a piccole differenza del piumaggio, infatti i vari gruppi detti “sottospecie” hanno origine geografica diversa e con un po’ di fortuna e capacità usando una buona guida si riuscirà a scoprire se quell’individuo avvistato appartiene al ceppo italiano o del nord Europa. Durante i periodi di maltempo invernale se ci si trova sul Rione Terra conviene osservare il mare, in particolare se c’è qualche vento che spira dal mare poiché si potrebbe avvistare qualche raro (da noi) uccello proveniente dai mari settentrionali come la Sula (Morus Bassanus) uno straordinario uccello marino simile ad un gabbiano capace di tuffarsi da ben 15 metri d’altezza per catturare il pesce azzurro ed è capace di inseguire le prede pure sott’acqua immergendosi fino a 10 metri di profondità, il “tuffo” con cui termina la picchiata è un spettacolo e per proteggere le ali durante questa evoluzione la Sula le ripiega all’indietro assumendo la forma di una punta di freccia e il termina che indica questo animale (sula appunto) pare che derivi dalla parola celtica che significa “freccia” proprio a causa di questa somiglianza. Le Sule preferiscono vivere nell’Atlantico ma talvolta in inverno entrano nel Mediterraneo, inoltre non è impossibile avvistare dal Rione Terra altri uccelli marini come le berte, i labbi, le sterne e la rarissima Gazza Marina (Alca torda) specie atlantica che dall’autunno del 2022 è stata avvistata con una certa frequenza nel golfo fra lo stupore degli studiosi che stanno indagando sulle possibili cause di questo fenomeno mai riscontrato prima con questa intensità.
La primavera porta nuove specie anche perché è il momento della nidificazione: alcuni uccelli partono per altri siti mentre i Gabbiani Reali Mediterranei (Larus Michahellis) cominciano a nidificare un po’ ovunque come al Rione Terra e fin dentro L’Anfiteatro Neroniano-Flavio. A Villa Avellino sono molti gli uccelli che nidificano, come i merli (Turdus merula), le cince (Parus sp.), i verzellini (Serinus serinus) e soprattutto i Pigliamosche (Muscicapa striata) degli uccelli della grandezza di un passero così chiamati perché cacciano insetti volanti come mosche e zanzare lanciandosi da un posatoio (in genere un ramo) per poi ritornare allo stesso punto di partenza, se si ha pazienza si può contare quante prede all’ora raccoglie uno di questi animali! Altri grandi mangiatori di insetti volanti sono le rondini (Hirundus sp.), i rondoni (Apus sp.) e i gruccioni (Merops apiaster) animali spiccatamente migratori che arrivano ogni anno dall’Africa per nidificare, alzando gli occhi al cielo un po’ ovunque in città sarà facile vederli volare fra i palazzi in cerca di cibo.
l’estate è il momento in cui i giovani nati a primavera continuano a crescere anche se ormai sono indipendenti dai genitori ed è facile avvistare gabbiani o merli dalle colorazioni inusuali: sono i giovani immaturi che impiegheranno del tempo per sviluppare il piumaggio degli adulti, cosa che per esempio richiede pochi mesi per i merli mentre servono almeno un paio d’anni per i Gabbiani reali, inoltre a fine estate comincia a crescere gradualmente il numero dei cormorani (Phalacrocorax carbo) e dei gabbiani comuni (Chroicocephalus ridibundus) uccelli che nidificano spesso nell’Europa Centrale e settentrionale ma che preferiscono passare l’autunno e l’inverno da noi.
L’autunno è tempo di migrazione e rondini e gruccioni vanno via mentre gli specchi d’acqua della darsena o del Tempio di Serapide possono fare da aree di sosta per piccoli gruppi di anatre in migrazione, a volte con un po’ di fortuna la mattina presto si può incontrare qualche gruppetto che lascerà la città in tutta fretta appena questa si sveglierà. A volte soprattutto Aret e Blocc può capitare di vedere un uccello grande quasi quanto un merlo vivacemente colorato di blu ed arancione: è il Martin pescatore (Alcedo atthis) un uccello specializzato nel tuffarsi in acqua per catturare pesci ed invertebrati.
Per fare birdwatching in piena città basta poco, giusto un binocolo di media potenza e un po’ di pazienza e spirito di osservazione, magari una breve passeggiata durante la pausa di lavoro può essere una buona occasione per ricordarsi che oltre il traffico e l’inquinamento la natura è molto più vicina di quel che pensiamo.
Fonti: “Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente.” di Lars Svensson e Killian Mullarney