Sindaco tra qualche mese è a metà della sua consiliatura, ma nella sua compagine politica manca ancora il simbolo del partito di cui fa parte, il Pd. Nonostante l’arrivo di un commissario, nulla è cambiato? O dobbiamo aspettarci qualcosa da qui a poco?
«Innanzitutto, mi preme evidenziare che sono arrivato ad un anno e mezzo di mandato della Consiliatura, che durerà 5 anni. Le vicende che hanno determinato la forte frattura del PD puteolano sono note a tutti. Nonostante abbia prevalso la parte che democraticamente chiedeva le primarie, abbiamo continuato a ricercare un dialogo per ricomporre il partito. In ogni caso, continuiamo a sostenere il PD, rivedendoci nelle posizioni del presidente De Luca. Il lavoro del Commissario cittadino Iacone, nonostante la nostra apertura, non ha prodotto risultati positivi. Pozzuoli ha bisogno di governare con un partito coeso e capace di rappresentare le istanze dei cittadini. Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Con la conclusione della campagna di tesseramento si apre la naturale fase congressuale. Il mio auspicio è che, anche in presenza di legittime e differenti posizioni, si possa arrivare alla costituzione di un nuovo gruppo dirigente, all’elezione del nuovo segretario cittadino ed alla composizione di un ampio gruppo consiliare».
Che cosa accadrà sul Rione Terra, l’inchiesta giudiziaria in qualche modo ha scosso la città, ma la procedura approvata in passato fu anche votata da lei, ci ha ripensato? E ora?
«Guardi fin da subito, in linea con il programma elettorale della coalizione, abbiamo manifestato un diverso interesse pubblico, in relazione alle modalità di gestione del Rione terra. Mi sono reso conto che era necessaria una maggiore governance pubblica e che, per il definitivo rilancio della rocca, era indispensabile individuare non un singolo soggetto che operasse da concessionario, ma più operatori qualificati direttamente per la gestione delle singole attività da mettere a bando. Stiamo lavorando per superare alcune deficienze ereditate, come il completamento delle procedure espropriative, la sottoscrizione di un’intesa tra i soggetti istituzionali interessati e a breve espleteremo le procedure di gara per l’affidamento delle attività alberghiere, ristorative e commerciali ricomprese nell’Ambito A, già consegnato al Comune».
Ma siete soli a decidere?
«No. Tutto questo è in linea con lo studio redatto dall’Agenzia del Demanio e con il principio statuito dalla sentenza del TAR in relazione ai futuri ambiti in fase di completamento. Stiamo dialogando con la Regione per completare nel più breve tempo possibile l’intera rocca nella consapevolezza che il rilancio del Rione terra rappresenterà un volàno di sviluppo per Pozzuoli e per l’intera area flegrea».
Oltre ai suoi monumenti Pozzuoli ha una fantastica linea di costa, non crede che la Sofer meriti di non marcire nel degrado? Il piano regolatore prevede non un sito industriale, ma ben altro. Crede che accadrà mai?
«L’area Sofer, oggetto di un apposito PUA, non ha riscontrato interessi da parte di operatori intenzionati a realizzare quanto previsto nel Piano approvato dal Consiglio Comunale. Insieme all’intera maggioranza, stiamo valutando le proposte avanzate dalla Prysmian, che contemplano investimenti per circa 200 milioni di euro. Siamo convinti che l’area ex Sofer non debba continuare a marcire nel degrado e, per tale ragione, riteniamo importante il piano di investimenti proposto dalla Prysmian, che contempla un forte sbocco occupazionale con un incremento di circa 300 unità lavorative. Nelle interlocuzioni, tuttavia, abbiamo richiesto che, in linea con gli strumenti urbanistici vigenti, venga realizzato un intervento di riqualificazione dell’area con una significativa riduzione dei volumi esistenti e con grande attenzione all’impatto visivo e paesaggistico».
E il verde?
«C’è: abbiamo sottolineato la necessità che una parte dell’area venga restituita alla fruizione della collettività, con la realizzazione di un parco pubblico nella parte antistante alla linea di costa».
Il decreto sul bradisismo e sull’emergenza non è quello che avevate chiesto come sindaci. Crede che basti così come è?
«Il Decreto Campi Flegrei rappresenta un elemento di fondamentale importanza, in quanto, per la prima volta, il fenomeno bradisismico viene riconosciuto da una Legge dello Stato. Le misure sono sicuramente non esaustive, ma consentiranno l’avvio di importanti verifiche sulla vulnerabilità sismica degli edifici e sugli eventuali adeguamenti necessari per la messa in sicurezza. Allo stesso tempo, si è consentito di completare il lavoro posto in essere in sinergia con la Regione Campania per l’apertura di importanti assetti viari, i cui lavori erano stati ultimati da anni. Si completerà il percorso di adeguamento di tutti gli edifici pubblici, a partire dalle scuole. Il bradisismo è un fenomeno con il quale dobbiamo convivere. É evidente che, per raggiungere tale obiettivo, occorrono stanziamenti di risorse maggiori, nonché provvedimenti che favoriscano i soggetti privati nell’esecuzione degli eventuali interventi necessari alla messa in sicurezza degli edifici privati. A breve avvieremo un importante e diffusa campagna di informazione sulle attività e su quello che ciascun soggetto dovrà espletare».