Questa mattina a Bacoli alla Casina Vanvitelliana, l’assessore regionale alle Politiche Sociali e alla Scuola, Fortini ha partecipato alla manifestazione “Donna è”, organizzata da organizzata da P&P Academy di Anna Paparone e Antonello Amarone, tantissimi i ragazzi delle scuole presenti. I relatori si sono soffermati sui temi della parità di genere in attesa della Festa della donna di domani. Noi abbiamo intervistato la Fortini.
I Campi Flegrei stanno attraversando un momento difficile per quanto riguarda il bradisismo, non crede che il lavoro più grande debba essere fatto proprio nelle scuole, mi riferisco alla comunicazione, alla percezione del pericolo, avete le idee chiare su questo argomento in Regione?
«Sicuramente le scuole sono un grande punto di partenza e devo dire già stanno lavorando rispetto a queste questioni, tra l’altro so che i Dirigenti Scolastici sono tutti collegati in rete in modo da avere anche dei comportamenti che siano comuni. Altrimenti se una scuola, ad esempio, fa l’evacuazione e un’altra lascia gli alunni dentro si dà la sensazione che non ci sia, come dire, una regola e qualcosa che sia in qualche modo giusto quindi la condivisione è fondamentale.
Dopodiché bisogna fare un lavoro sulle scuole, devo dire che la Regione sta cercando anche per quanto riguarda l’edilizia scolastica di mettere tante risorse: al contrario del governo noi abbiamo appena stanziato 160 milioni di euro per l’edilizia scolastica mentre il governo con un piano triennale ha finanziato una cifra tonda: 0 euro».
Domani ricorre la Giornata internazionale della donna, quanto a suo parere c’è ancora da fare? in politica la vita per le donne è più difficile?
«In politica io non ho mai avuto difficoltà di approccio, non ho mai avuto difficoltà in quanto donna. Credo che invece con i ragazzi e tra i ragazzi noto che ci sono una serie di questioni che forse andrebbero affrontate. Poco fa (alla manifestazione “Donna è” tenutasi a Bacoli questa mattina e in cui l’Assessore era presente) ho parlato di questo “malessere” e del fatto che si sta diffondendo moltissimo. Io non ne avevo idea perché poi noi adulti siamo “boomer” e se non attacchi bottone con i ragazzi diventa difficile che loro ti parlino veramente della loro quotidianità. Devo dire che mi ha abbastanza sconvolta perché noi immaginiamo spesso che i ragazzi siano molto più aperti di noi e invece ci sono dei comportamenti che sembrano molto pericolosi: immaginare che per una ragazza possa essere positivo e indicatore di amore il fatto che il tuo fidanzato ti dice non ti devi mettere il rossetto rosso o non ti devi mettere la minigonna mi sembra molto pericoloso, per cui probabilmente a scuola si fa tanto, ma forse non si fa nella maniera giusta, nel senso che i ragazzi non ti percepiscono come vita vera, non so se mi spiego, è come se ci fosse la scuola che ti dice delle cose che però non devono veramente incidere nella tua vita, quindi forse dobbiamo cambiare approccio».
Crede quindi che sarebbe necessario parlare meno di loro e più con loro?
«Esatto, e non è facile perché poi mi rendo conto che farti ascoltare dai ragazzi è proprio difficile e quindi puo essere complicato per un docente. Purtroppo il lavoro da fare è ancora tanto».