Controvento. Contro tutti. Vincenzo De Luca è uno tsunami, in piena campagna elettorale, e a Pozzuoli alla presentazione del suo libro (avvenuta questa sera, 21 marzo) spariglia le carte: «Il rinnovamento del Pd è una truffa, tutti quelli che hanno governato il Pd negli ultimi anni dove sono? Ve lo dico io, tutti dietro la segretaria, la Schlein e dietro di lei ci sono tutti i capicorrente che hanno fatto vincere la Meloni».
Parole dure, nel suo stile. A Pozzuoli tutti in silenzio religioso spezzato da applausi. I sindaci flegrei in prima fila, un paio di consiglieri regionali, alcuni pronti a candidarsi alle Europee proprio con il Pd, eh sì non è tutto proprio chiarissimo, a Pozzuoli si aspetta un congresso tra anime divise e invettive, fendenti quanto mai e intanto un esercito di simpatizzanti e iscritti al Pd arrivano a frotte dal governatore, sanno bene che lo show è assicurato ma sanno pure che la critica al partito a cui aderiscono è così palese, chiara che ormai è innegabile una rottura.
De Luca i peli sulla lingua non ce li ha, va giù dritto senza mediazioni, facendo a pezzi proprio il Pd e annunciando che nessuno lo fermerà per la prossima candidatura, sì perché lui il terzo mandato lo vuole fare e alle regionali vuole presentarsi eccome. E qui tra leggi regionali e nazionali sfida anche il segretario nazionale del partito. Poi la stoccata a tutti: «Dovete decidere se essere uomini liberi. Bisogna decidere il destino della Campania e la Campania si decide a Napoli non a Roma». Il grido di guerra nell’aula piena di gente suona forte e chiaro: «La verità viene prima delle bandiere di partito e noi dobbiamo essere pronti a combattere per la Campania, per le nostre famiglie, siamo chiamati a fare scelte di libertà». E intanto le elezioni, anche le amministrative e le Europee si avvicinano e qui i simboli di partito non è affatto vero che non hanno valore. Anzi. Poi certo viene da chiedersi se continua la scissione tra De Luca e il Pd con chi sarà il governatore? E suo figlio Pietro?