Le ultime due scosse di ieri nei Campi Flegrei hanno impaurito tutti. Restiamo in allerta gialla. Ma è chiaro che la frequenza sismica è aumentata nelle ultime settimane. In 5 mesi i sismografi dell’Osservatorio Vesuviano hanno registrato 2.384 eventi tellurici dall’inizio dell’anno, la maggior parte dei quali di bassissima magnitudo. Nell’ultima settimana la sala di Napoli dell’Ingv ha registrato quattro sciami sismici.
«Questo di aprile è stato il mese con il maggior numero di sisma da quando è iniziata questa crisi bradisismica nel 2005 – ha dichiarato Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano -. Bisogna dire però che l’energia rilasciata non ha raggiunto i livelli tra agosto e ottobre dello scorso anno e siamo lontani anche dal periodo della crisi tra 1982-’84. Però il numero di eventi tellurici è alto, siamo a 1.252 quelli che la nostra sala ha registrato nei Campi Flegrei ad aprile. Il motivo? C’è stato un aumento con accelerazione e deformazione del suolo di 3 cm nell’ultimo mese e chiaramente le due cose sono fortemente connesse. Più che la deformazione del suolo però è quella della crosta e la tensione che ha subito. Quindi, chiaramente questo determina l’aumento della fratturazione e, quindi, dei terremoti. Abbiamo registrato un aumento dei sisma superiori ad 1 grado, sono sempre di bassa energia però raggiungono percentuali di frequenza sismica più alti di prima».
«Oggi la zona che è stata interessata dallo sciame e dalla scossa delle ore 19.37 è tra la Solfatara, l’area dei Pisciarelli e il monte Olibano. Lo sciame viene chiuso dopo circa tre ore dall’ultimo sisma però l’attività sismica è continua da un po’ di settimane a questa parte. Dove capita, in alcuni giorni, qualche rallentamento nel numero di eventi». Dei 1.252 terremoti ben 5 sono stati uguali o superiori a 3 gradi, mentre, ben 30 tra i 2 e 3 gradi, con 132 superiori a 1 grado e inferiore e 2 gradi di magnitudo e il resto inferiore ad 1 grado.
Ieri mattina la popolazione ha dichiarato di aver sentito un forte odore di zolfo in gran parte della zona flegrea. «Più che puzza di zolfo è di idrogeno solforato – continua Di Vito -. Che è un gas che si sente anche con percentuali basse, ma anche un po’ la condizione atmosferica favorisce l’avvertibilità. Ci sono giornate in cui evidentemente la fuorisciuta di gas è maggiore. Noi la misuriamo ogni giorno. Alla gente mi sento di dire che sicuramente bisogna lavorare per mitigare gli effetti di questa crisi bradisismica. E’ chiaro che quando avverti un terremoto non puoi non preoccuparti tu cittadino. Però sarai molto meno preoccupato se sai che nulla ti cade in testa e la tua abitazione resiste a queste sollecitazioni, che ripeto sono di bassa energia. Come Ingv noi siamo a lavoro controllando il fenomeno in maniera continua».