Bradisismo e turismo: il Centro Sub Campi Flegrei reagisce con coraggio

il bradisismo è una forza della natura è come tale stravolge la vita degli abitanti che vivono nei territori colpiti da questa singolare espressione del volere vulcanico. In particolare l’area flegrea vive una strana situazione esistenziale: investire nel turismo nonostante la presenza dei vulcani è possibile? Lo abbiamo chiesto agli amici del Centro Sub Campi Flegrei, il diving center che ormai da più di trent’anni si occupa di valorizzare i tesori dei fondali del Parco Archeologico Sommerso di Baia. Il diving center sito sul litorale di Lucrino ha appena iniziato un’ottima stagione e negli ultimi anni gli operatori del Centro hanno coadiuvato molte operazioni di ricerca archeologica e restauro in collaborazione con enti ministeriali ed universitari. Arriviamo in un pomeriggio di inizio settimana in un diving center in piena attività con turisti italiani, australiani, inglesi, americani e austriaci intenti a sistemare l’attrezzatura per le imminenti immersioni. Incontriamo Cristina Canoro, istruttrice subacquea e socia del Centro a cui chiediamo come vanno le cose. E a rispondere alle nostre domande è Cristina, una delle prime fondatrici del Centro.

Il Centro Sub Campi Flegrei si appresta ad affrontare l’ennesima stagione turistica nonostante l’incidenza del bradisismo, avete registrato disdette o altri problemi a partire dal maggio scorso?

In realtà no. Dopo il 20 maggio abbiamo registrato qualche disdetta da parte dei gruppi ma quasi tutte le agenzie e i responsabili dei gruppi ci hanno contatto per avere aggiornamenti sulle varie situazioni visto che i media presentavano degli scenari discordi e spiegando loro che le strutture alberghiere a cui ci affidiamo rispettano le misure di sicurezza e ricordando loro che la zona di Lucrino non è nell’area rossa di maggior impatto del bradisismo abbiamo spinto molti operatori a non disdire le prenotazioni. In un caso i membri di un gruppo di “titubanti” proveniente dal Nord Italia sono rimasti sbalorditi dalla vista della costa flegrea che si percepiva dal loro albergo e sono stati ben felici di non aver disdetto!

Quindi mi pare di capire che sono due gli elementi importanti per approcciare il pubblico: comunicazione chiara e prevenzione, dico bene?”

Sì, è così. Quello che langue è l’assenza di una comunicazione chiara circa la vera pericolosità del bradisismo: pare che spesso si tralasci di dire che molti alberghi rispettano gli standard di sicurezza o che la percentuale di edifici inagibili è bassa. Molti clienti ci chiedono se in caso di evacuazione possono essere d’intralcio alle operazioni ma io ricordo loro che in questa città vivono più di 80.000 persone e il loro gruppo da 20 unità non è certo un problema in un contesto del genere! Quello che manca è la chiarezza: i Campi Flegrei sono un territorio vulcanico, abbiamo attestazioni dell’esistenza del bradisismo fin dall’epoca romana e oggi in più ci sono tecniche costruttive e tanti altri sistemi di prevenzione utili a non sprofondare nel panico. Col vulcano si può convivere grazie alla scienza e ad un approccio serio riguardo alla prevenzione. Ci è capitato di vedere che mentre in TV si dipingeva un quadro della situazione molto cupo tanti turisti alloggiati in zona dichiaravano di non aver neppure percepito la scossa più recente, anzi molti turisti stranieri non si sono minimamente scomposti dopo aver sentito l’arrivo di una scossa, sapevano di aver scelto di visitare un territorio vulcanico ed erano ben consci delle possibili conseguenze, in più di un incontro pubblico fra associazioni ed enti vari del territorio si è detto che gli operatori turistici tendo a sottovalutare il fenomeno o a tacerne per un proprio tornaconto ma non è così, gli operatori turistici che hanno investito nella sicurezza ed hanno adottato i giusti protocolli sanno che è possibile lenire gli effetti dell’attività bradisismica, un approccio serio che vada oltre il panico è tanto possibile quanto sicuro”.

Per quanto riguardo la vostra attività a mare nutrite qualche preoccupazione, che protocolli si dovrebbero adottare?

In realtà no, fondamentalmente non esiste un protocollo da adottare perché in acqua la scossa del bradisismo sortisce ben pochi effetti pericolosi, è da notare che gli enti preposti monitorano costantemente il cratere attivo della Secca delle Fumose che si trova lungo uno dei nostri percorsi di visita che lambisce le imponenti Pilae del porto romano.

Ogni anno il diving center organizza stage con istruttori subacquei in formazione e quattro anni fa Silvia, originaria di Como come Plinio il Vecchio , partecipò ad uno di questi stage e ora lavora come istruttrice subacquea presso il Centro Sub Campi Flegrei, gli chiediamo come vive il fenomeno del bradisismo che ha conosciuto in tempi recenti: Le abbiamo chiesto che cosa sa del bradisismo, come lo ha conosciuto: “Ho conosciuto il bradisismo come un fenomeno scientifico legato alla mia attività di fotoreporter subacquea che mi ha spinto qui per la prima volta circa 5 anni fa. All’epoca il bradisismo mi ha colpito per gli effetti che ha sui cambiamenti della linea di costa, mi sembrava incredibile constatare che nel giro di pochi mesi uno scoglio affioranti poteva ritrovarsi ad uscire fuori dall’acqua, la costante e rapida evoluzione del paesaggio marittimo baiano mi ha affascinato non poco”.

Silvia, qualche anno fa le scosse erano meno potenti, ora sono mediamente più intense. La tua percezione del fenomeno è cambiata ora?”

Non troppo, anche se abito al terzo piano di uno stabile sicuro non ho quasi mai percepito una scossa, credo che siano più notevoli gli effetti sul lungo termine che le scosse”

Bene, come spieghi ai clienti del diving center il fenomeno della terra in movimento?”

Qui al diving cenetr facciamo un briefing propedeutico all’immissione ben strutturato, spieghiamo scientificamente il fenomeno bradisismico e diciamo ai clienti quali possono essere i rischi ma riportiamo loro anche cosa è stato fatto per garantire la loro sicurezza, come la scelta di strutture alberghiere sicure per i loro soggiorni e la vicinanza con la tangenziale o le altre vie di fuga.

Anche in questo caso pare che gli operatori turistici vedano nella comunicazione e nella prevenzione le chiavi del successo per una sicura convivenza col bradisismo. Infine chiediamo all’istruttore subacqueo Nicola, grande conoscitore del Parco Sommerso, se gli abitanti del territorio flegreo stanno affrontando la crisi bradisismica attuale come fecero in passato: “A mio parere si, il napoletano non teme la precarietà, pensa come se dovesse vivere per sempre ma vive che se fosse l’ultimo giorno su questa terra, quindi non è portato a progettare interventi di prevenzione su larga scala e quindi ciò che registro è l’essere arrivati un po’ impreparati ad un appuntamento annunciato da tempo, magari a noi questa situazione non appare strana ma per gli stranieri lo è e quindi bisognerà lavorare ancora di più sulla prevenzione per rendere definitivamente sicuro il territorio in ogni punto.”

Intanto le bombole vuote vengono riempite per le future immersioni e i turisti appena rientrati dall’ultima sessione di immersioni sciacquano l’attrezzatura e preparano una tisana: in fondo se il Parco Archeologico Sommerso di Baia è un luogo unico al mondo dove si può vedere un banco di saraghi nuotare su un mosaico romano ciò lo dobbiamo all’attività bradisismica, inarrestabile ma non incontrollabile. Nel meriggio il Sinus Baianus appare placido e ben sorvegliato dal Castello Aragonese mentre sui fondali triglie e occhiate nuotano fra le mura romane: uno spettacolo unico al mondo che solo la scarsezza di vedute può relegare sotto l’etichetta di “territorio pericoloso”. Nonostante tutto l’eccellenza va avanti e il sito flegreo che più attira i turisti con la sua unicità, il Parco Archeologico Sommerso di Baia, non registra un vero calo di interesse, forse passata l’emergenza bradisismo bisognerà rimodulare le strategie di marketing territoriale garantendo una maggiore attenzione per la grande Atlantide flegrea che si conferma come la più straordinaria attrazione di un territorio traballante ma non certo povero di storia, arte e cultura.

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