L’estate è ormai arrivata e l’esigenza di frequentare le spiagge è sempre più impellente ma se siete stanchi di giocare a racchettoni sul bagnasciuga o di fare le parole crociate sotto il non sempre economico ombrellone potrebbe essere arrivato il momento di dedicarsi ad un’attività rilassante ed educativa: lo snorkeling, nome esotico per indicare una pratica piuttosto comune, ovvero l’osservazione dei fondali marini e dei suoi abitanti lungo le coste e a scarsa profondità. il curioso nome deriva dallo “snorkel”, ovvero il tubo quasi sempre in plastica o in silicone che permette di poter respirare mentre la testa è a pelo d’acqua e gli occhi sono protetti da una maschera da sub che garantisce il poter spiare la vita degli abitanti sotto le onde. la lingua italiana vanta un proprio termine per indicare lo snorkel e tale termine è “boccaglio”, userò tutti e due in maniera casuale senza una particolare ragione o forse solo per praticità. Come si sarà capito molto di questa attrezzatura è stata presa in prestito dalla subacquea (quella che usa le bombole, per capirci!) e quasi tutto è fatto con materiali che esitano da circa poco più di cinquant’anni ma la pratica è molto più antica, senza scomodare i palombari del XIX secolo o i “sommozzatori” (pescatori in immersione di cannolicchi del Golfo di Napoli) possiamo dire che già a inizio XX secolo, ai primordi del turismo balneare, presso le città di mare non era inusuali imbattersi in persone che nuotavano con un mezzo barile sul cui fondo era stata messa una lastra di vetro: questo rudimentale oggetto permetteva di poter dare un’occhiata al fondo marino in maniera anche piuttosto discreta lì dove ci sono acqua limpide. Ora come già detto esistono mezzi più comodi e ogni fautore dello snorkeling avrà bisogno almeno di questi elementi per poter cominciare: costume da bagno, maschera da sub, snorkel e per chi vuole scarpette da scogli o pinne, con le prime ci si può arrampicare sugli scogli per riposarsi o esplorare zone emerse, con le seconde sarà molto più facile nuotare ma salire sugli scogli richiederà ogni volta la rimozione delle pinne. questa è l’attrezzatura base che si può reperire pure in una merceria, ormai! naturalmente conviene sempre dotarsi di oggetti di qualità e presso i rivenditori specializzati si troveranno tante soluzioni e molti consigli su quale maschera da sub scegliere (la conformazione del viso incide sul modello da acquistare) o quale taglia di pinne è congeniale al nostro piede. per chi vuole fare un passo in più può essere utile acquistare una muta leggera in modo da poter nuotare protetti dal freddo anche fuori stagione mentre l’acquisto di una cintura con i pesi può essere utile se si intende immergersi otre i “soliti” 3/4 metri di profondità, infine può essere utile procurarsi una macchina fotografica subacquea o una cosiddetta “action-cam” per immortalare fondali e relativi abitanti, personalmente trovo più comode le macchine subacquee digitali compatte ma si tratta di una mia personale inclinazione. arrivati in spiaggia con l’attrezzatura che si fa? ci si mette maschera, boccaglio e pinne e si nuota! con regolarità senza fretta e piegando leggermente il ginocchio si pinneggia con le mani che al massimo aiutano a stabilizzarci mentre si osserva il palcoscenico sottomarino, facendo ben attenzione a non infilare mai le mani in nessuna cavità e tenendo d’occhio la corrente e come si comporta in modo da non finire buttati sugli scogli. a questo punto bisogna dedicarsi ai condomini, quasi tutti i pesci e le creature marine che vivono in pochi metri d’acqua sono curiosi, magari quando vi vedranno fuggiranno al largo o in qualche anfratto ma se non vi muovete in maniera rapida osserverete che molti animali torneranno indietro o faranno capolino dai loro anfratti per osservarvi e a questo punto imparerete a distinguere le occhiate dai saraghi, le orate dalle spigole e vedrete le sgargianti donzelle pavonine mentre scacciano i banchi di salpe dai loro territori mentre le tante specie di bavose strisciano sugli scogli in cerca di prede, se sarete un po’ fortunati vedrete le murene di ogni taglia uscire allo scoperto oppure noterete i tentacoli di qualche polpo intento a cercare un anfratto dove passare in tranquillità le ore diurne. Un tempo chiunque voleva dedicarsi allo snorkeling doveva anche procurarsi qualche manuale sull’identificazione delle creature marine del Mediterraneo e non è una cattiva idea procurarsene uno, sul mercato se ne trovano di magnifici ed è certo utile leggere tali libri per conoscere anche i nomi scientifici e le abitudini dei vari animali marini ma per il neofito almeno all’inizio basterà internet dove si possono reperire ormai molte informazioni e in particolare vi sono molte app per cellulare che permettono di identificare le varie specie animali inserendo, ovviamente, una foto: fra queste applicazioni forse INaturalist è fra le migliori, non solo permette l’identificazione delle specie ma permette pure di registrare le varie osservazioni rendendo fruibili tali dati per l’intera comunità scientifica, questa app rientra in uno di quei progetti di “Citizen Science”, ovvero di raccolta di dati scientifici attuata in collaborazione con le persone comuni che sta diventando un sempre più importante indirizzo di ricerca. conoscere la differenza fra un’orata o una tanuta può essere appagante ma ben pensarci non è poi così importante: in fondo anche solo osservare la varie creature marine che si trovano in pochi mentre d’acqua può essere un’esperienza utile per combattere la calura estiva. lo snorkeling si può praticare ovunque sia consentita la balneazione ed è un’attività molto economica, le differente conformazione delle coste permetterà di osservare animali differenti poiché le specie tipiche dei fondali sabbiosi non sempre si trovano presso le coste rocciose e se qualcuno comincerà a fare snorkeling anche fuori stagione (come durante l’autunno o la primavera) noterà che lo stesso fondale cambierà colori ed organismi ospitati perché anche il mare ha le proprie stagioni! cominciate a pinneggiare lungo la costa flegrea, nel prossimo articolo parleremo dei punti della costa più interessanti per svolgere tale attività mentre in un altro articolo parleremo degli abitanti dei fondali flegrei!
Estate, tempo di sole, mare e snorkeling: consigli per osservare i fondali flegrei
Share on facebook
Facebook