Litorale Flegreo inquinato per anni dal Comune di Quarto. Gli scarichi del collettore fognario direttamente a mare

Il collettore fognario di Quarto ha inquinato per anni il litorale flegreo. È quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Napoli, in collaborazione con i tecnici dell’Arpa Campania.
Al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord,  su ordine del gip, è stato disposto il sequestro del collettore noto come “Galleria Spinelli”.
I documenti parlano di una «tossicità particolarmente elevata tale da comportare una evidente compromissioni delle matrici ambientali», nello specifico, di un inquinamento microbiologico fognario, con presenza di Escherichia Coli, in concentrazioni 250 volte superiori ai limiti di legge.
Lo scenario di grave inquinamento ambientale emerso, sarebbe legato alla decennale mancata pianificazione di opere di manutenzione dell’infrastruttura, con omissioni che riguardavano anche la pulizia e la disostruzione dell’ingoiatoio posto allo sbocco del collettore.
Una mancanza che ha determinato la fuoriuscita dei reflui fognari dagli argini del collettore e la tracimazione degli stessi nel Canale di Quarto che confluisce in mare.
Il collettore fognario, nato dopo gli anni ’80, in virtù dell’esigenza di poter regimentare le acque reflue dell’intero Comune di Quarto, era composto di un sistema di griglie a pettine ed un sistema idraulico particolare , il cui scopo era quello di trattenere le frazioni grossolane derivanti dalle reti fognarie e di ripartire le acque nere e quelle di prima pioggia in un collettore che termina nel depuratore di Cuma.
Il Colonello Pasquale Starace, comandante del gruppo Tutela Ambientale di Napoli, durante la conferenza stampa ha spiegato: «Tutta quell’acqua inquinata finisce in mare e si capisce perché durante la stagione estiva lunghi tratti di mare siano dichiarati non balneabili. Procederemo ad ulteriore accertamenti per verificare se lungo il canale, prima dello scarico in mare ci siano anche scarichi abusivi».
Per la Procuratrice Maria Antonietta Troncone, «Le acque sono tracimate nel cosiddetto “canale di Quarto” e da li direttamente confluite a mare senza alcun passaggio nell’impianto di depurazione di Cuma, con un effetto nefasto per l’inquinamento e per la vita delle popolazioni circostanti».
«Accerteremo anche eventuali responsabilità – aggiunge la procuratrice Troncone – l’intento è quello di intervenire subito con un provvedimento di sequestro con la nomina di un amministratore giudiziario, il quale porrà in essere le attività che riguardano la pulizia e la disostruzione dell’ingoiatoio. Successivamente e contemporaneamente si verificheranno le responsabilità degli enti preposti alla manutenzione e alla cura del sito».

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