Campi Flegrei, studio dell’Ingv: significative variazioni di temperatura precedono i terremoti più intensi

Potrebbe arrivare dallo spazio l’aiuto per monitorare la caldera e, magari, prevedere i terremoti nei Campi Flegrei. Lo studio in questione ha descritto un metodo di analisi delle immagini termiche, riprese dalla Stazione Spaziale Internazionale, capace di rilevare significative variazioni di temperatura che precedono i terremoti più intensi nell’area flegrea.
«Abbiamo rilevato variazioni anomale di temperatura nella zona di emissione della Solfatara che hanno preceduto alcuni terremoti di maggiore intensità, con un anticipo che va da pochi giorni a poche settimane», ha spiegato Alessandro Piscini, ricercatore dell’INGV e primo autore dell’articolo.
La ricerca arriva dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), pubblicato sulla rivista Remote Sensing Letters e intitolato “A novel algorithm for thermal monitoring using ECOSTRESS time series: the case of Campi Flegrei, Naples, Italy”.
Secondo Cristiano Fidani, ricercatore dell’INGV e co-autore della ricerca, «Le anomalie in temperatura evidenziate attraverso due analisi statistiche differenti, ci rendono più fiduciosi riguardo il possibile legame tra la fluttuazione di temperatura superficiale e l’attività sismica dell’area».
Gli scienziati hanno generato due serie storiche di temperatura estratte dalle immagini termiche di due aree della Solfatara fra il 2021 e il 2024. La differenza di temperatura fra le due aree è stata analizzata con due metodi statistici distinti, consentendo di confrontare le anomalie rilevate con i principali eventi sismici registrati nella zona. Il 17 maggio 2024, ad esempio, un aumento di temperatura di 5°C ha anticipato di tre giorni il sisma di magnitudo 4.4. Per l’evento di magnitudo 4.2 del 27 settembre 2023, l’aumento di temperatura riscontrato il 21 settembre ha superato i 7°C. Anche il secondo metodo statistico ha evidenziato anomalie di temperatura per questi due eventi apparse rispettivamente il 12 aprile 2024 e il 6 settembre 2023. Inoltre, il valore medio della differenza di temperatura è aumentato negli ultimi anni, coerentemente all’aumento degli altri segnali già osservati nella zona, come l’innalzamento del suolo (bradisismo) e l’emissione di anidride carbonica. Il metodo sfrutta i dati collezionati dallo strumento ECOSTRESS, un sensore della NASA installato sulla ISS, che stima la temperatura superficiale con una risoluzione spaziale elevata di circa 70 m e passaggi frequenti sulla stessa area intorno ai tre giorni.

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