«Ci troviamo di fronte ad un partito che non attraversa un momento facile, che non è capace di fare sintesi e che è guidato da persone che vogliono solo mantenere cariche e posizioni», sono le parole del sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni alla presentazione del libro del governatore. Il partito a cui fa riferimento è il Pd. Il suo partito. La sfida alla segretaria nazionale, Elly Shlein, iniziata dal governatore parte dal sud. De Luca è il generale. Il campo di battaglia saranno le prossime elezioni europee. E se è vero (e lo è) che la Regione ha finanziato tante opere nei Campi Flegrei è vero pure che «l’uomo del fare» come Manzoni definisce De Luca è pronto a candidarsi per la terza volta, contro tutti e ad affrontare il partito, ma non si sa come andrà a finire la sua guerra, se dentro o fuori al Pd. Non dipende solo da lui.
Di certo il governatore affascina. E al sud con l’autonomia differenziata la battaglia di De Luca prende ancora più respiro.
L’unica certezza è che le anime del partito della Schlein sono divise, tormentate, lacerate da correnti. Pare di vedere la Dc di anni fa. Non si escludono fratture. Basti vedere Pozzuoli che non ha ancora un segretario, il congresso è da farsi, non si sarà (probabilmente, salvo colpi di scena) unanimi su chi sarà il segretario cittadino. Intanto i sindaci flegrei e gli aspiranti primi cittadini che provano il bis o il tris nella nostra zona cercano punti di riferimento anche in Regione e tra i consiglieri, magari tra quelli che vorrebbero volare a Bruxelles. Che cosa ne sarà di questi dissidenti alla Schlein? Si vedrà. Dipende dall’esito della battaglia alle Europee. Certo è che la sinistra e le sue anime non trovano pace.