Baia, porto alla ricerca di regole. Il Comune, mesi fa, vieta il varo e l’alaggio, il Tar sospende l’ordinanza spronando ad un maggior «bilanciamento», ovvero che faccia gli interessi sia dei residenti che lamentano il continuo via vai di mezzi pesanti, sia di chi ha la barca in quel porto. A questo punto colpo di scena, il Comune non aspetta il verdetto finale del Tar, accoglie i “consigli” e arriva ad un compromesso facendone una altra di ordinanza, la numero 42 e, pur ritornando sui suoi passi, rilancia permettendo il varo e l’alaggio solo tre giorni a settimana (il martedì, il mercoledì e il giovedì, dalle 13.30 alle 15.30).
Nei mesi scorsi il sindaco aveva motivato la sua ordinanza tuonando: «Ho inteso adottare l’ordinanza per il divieto di scarichi al porto di Baia, per tutelare oltre 40.000 cittadini residenti nei comuni di Bacoli e Monte di Procida, oltre a chi qui lavora ogni giorno. Il territorio di Bacoli è attraversato, ogni anno, da almeno 10.000». Si era anche fatto, come dire, promotore di ciò che più volte avevano sottolineato i cittadini e di ciò che la Direzione Tecnica Strade della Città Metropolitana gli scriveva: «il passaggio di tali mezzi pesanti, inconfutabilmente, provoca diffusi deterioramenti alla rete stradale, la riduzione del passaggio dei mezzi pesanti sarebbe auspicabile, se non addirittura necessaria».
Ma all’Unione Industriale l’Afina lo aveva promesso e poi ha mantenuto: «Faremo ricorso al Tar contro la decisione del Comune di Bacoli di vietare gli scarichi nel porto di Baia. E’ una scelta che danneggia il nostro settore e che aumenterà i costi per tutti. Daremo battaglia». E questa battaglia l’hanno vinta, almeno al primo atto. Un porto non può vietare attività di alaggio e varo, che porto mai sarebbe. Dicono gli operatori. Il Tar accoglie l’istanza, come si diceva, il Comune rilancia e fissa delle regole e precisa che, se pur permettendolo, in qualche modo, regolamenta le attività: due ore (13.30-15.39) per tre giorni a settimana. Prima di allora Baia, come porto regionale, aveva un varo e alaggio delle barche non regolamentato (se non dal codice stradale).
Il motivo che adduce il Comune a firmare questa seconda ordinanza è proprio il bradisismo, affinchè le strade siano (per quanto possibile) libere. Anche per questo atto si potrà presentare un nuovo ricorso al Tar