Dirigente del Pd Lello Topo, candidato alle Europee scende in campo sulla questione Campi Flegrei.
Onorevole, apprendiamo dalle parole del ministro che non c’è l’ipotesi di un Sisma-bonus per i cittadini che vivono nell’area dei Campi flegrei, lei crede sia una scelta sensata?
«E’ una scelta assurda. Per anni sono stati elargiti fondi per il Superbonus in tutta Italia e adesso che ci troviamo di fronte a una reale necessità in Campania, si tagliano i sostegni ai cittadini che vivono in una zona con alto pericolo. Non condivido questa scelta che penalizza, ancora una volta, una zona della Campania e l’intero Sud Italia, questo governo sta sbagliando troppe volte».
Lei è stato due volte sindaco di Villaricca, consigliere regionale e deputato del Pd. Ora punta all’Europa. In questi anni la sua attenzione è stata sempre rivolta alla Campania, ma uno sguardo speciale lo ha avuto per i Campi Flegrei. E’ particolarmente legato a questa zona?
«Sono legato ai Campi flegrei, certo. Ma lo sono grazie anche all’impegno preso con le autonomie locali, costruito in tutti questi anni di amministrazione. In realtà, si tratta di un filo ideale fatto di rapporti con gli amministratori annodati in periodi intensi di lavoro, ma anche con la città metropolitana durante il mio impegno in Regione. Ricordo lo sforzo politico che ha portato poi alla nascita della Galleria “Livio Cosenza” che, ora, permette l’accesso diretto al lungomare di Pozzuoli»
Come fare per fronteggiare l’emergenza sismica? Parliamo di numeri, fondi.
«Sono stati stanziati oltre 50 milioni per Pozzuoli, ad esempio. Ma per la messa in sicurezza per gli edifici pubblici e privati potrebbero occorrere oltre 500 milioni. Per fronteggiare un momento di crisi è necessario utilizzare sia sostegni economici, ma anche la Protezione civile, i servizi per garantire la sicurezza. Insomma, serve un piano e una programmazione, ma questo governo, purtroppo, non ha né l’uno né l’altro».
Perché stavolta ha scelto l’Europa? Non le sembra di allontanarsi dal suo territorio?
«In realtà no. Punto all’Europa per costruire un ponte con il sistema delle città del Sud Italia e con le realtà dell’area flegrea. La principale missione dell’Europa è, infatti, la politica di coesione, il volume attorno al quale si misura la qualità della vita, del mare, dell’ambiente. Anche qui si dovrà costruire un filo ideale. Il ponte che parte da Bruxelles e Strasburgo ha lo scopo di costruire connessioni, affinchè le autonomie territoriali non siano lasciate sole. Io so cosa significa amministrare, essere il front-office dei cittadini che bussano alla tua porta per avere risposte».
Una domanda strettamente politica: il Pd a suo parere non ha bisogno di una rivoluzione interna? Secondo lei ha perso il rapporto con i territori?
«Non è così. Il Pd ha bisogno innanzitutto di creare un’alternativa a questo governo e per questo motivo i candidati del Partito democratico rappresentano tutte le anime della società. L’agenda è aperta sul mondo del lavoro, dell’impresa, delle professioni con uno sguardo al Sud Italia. Il mio background ha in sè la voce dei territori, il Pd ha dimostrato e dimostra che è un partito che raccoglie tutte le istanze dei cittadini e degli amministratori. Soprattutto, è il partito che è contrario al Regionalismo differenziato e lo contrasta in tutte le sedi. Se il governo vuole dividere l’Italia il Pd la vuole unire e rendere il Mezzogiorno più forte, il vero motore dell’economia»».
Nei Campi Flegrei ci sono Comuni che attendono ancora un congresso, mi riferisco a Pozzuoli.
«L’attesa finità subito dopo le elezioni europee, ne sono certo. Dobbiamo dire, però, che il rappresentante del Pd a Pozzuoli è il sindaco Manzoni».
Mi dica un suo progetto, una idea che potrebbe, attraverso l’Europa, portare sviluppo in questo territorio.
«Gli investimenti sulle infrastrutture del territorio da completare sono la prima frontiera, ad esempio. Ma io parlerei principalmente delle politiche di coesione in generale, quelle utili per rendere la vita dei cittadini migliore, come il finanziamento di opere pubbliche o il pressing sul funzionamento dei servizi e sulla salute, maggiori possibilità di adesione al lavoro di categorie di disabili. Insomma, c’è molto da lavorare per il Sud Italia in Europa».