«Non è stato un passeggero qualunque a soccorrere per primo la smart dove c’era a bordo la piccola Michelle, poi morta», a dirlo agli inquirenti sono i passeggeri che, una settimana fa, si sono fermati sulla Domitiana perché bloccati da quel tragico incidente.
Ora, dopo che la madre della piccola è stata indagata e l’uomo alla guida (senza patente) è finito in carcere, ecco che altri particolari vengono alla luce. A soccorrere per primi i 4 che viaggiavano nella smart alla fine di agosto è stato un poliziotto, un giovane di Pozzuoli, Lorenzo Doriano che tornava verso casa, insieme con la sua fidanzata e sua sorella. Doriano presta servizio in Calabria. Tornava verso i Campi Flegrei e ha visto l’incidente. Appena ha visto le persone fuori dall’auto, la sorella maggiore di Michelle e l’uomo è corso verso la smart, pensando che si fosse scontrata con una altra auto. Non era così. Nella smart, come pure già detto, erano in 4. Sua sorella ha chiamato i soccorsi. Era in braccio alla sua mamma la piccola Michelle quando l’auto si è ribaltata.
Probabilmente non avevano la cintura di sicurezza, forse si procedeva ad alta velocità, saranno le indagini a stabilirlo. Quel che è certo è che quel ribaltamento ha ucciso la bimba di 8 anni e sua madre che per quella morte è stata denunciata con l’accusa di omicidio stradale.
Lo stesso reato che ieri ha portato in carcere il compagno della donna, il 47enne napoletano Francesco D’Alterio, alla guida senza patente.
Doriano ha capito subito che era la piccola ad essere in condizioni più gravi, mentre la madre urlava in preda allo choc. Ha anche provato a rianimarla, conoscendo le tecniche di primo soccorso, poi è arrivata l’ambulanza. Ma per Michelle non c’è stato nulla da fare. Dopo che l’auto con a bordo il poliziotto, fuori servizio, si è fermata, altre auto hanno fatto lo stesso. Perché a volte il rischio è che dopo aver fatto un incidente ci si ritrovi abbandonati.